I legumi: tutto quello che devi sapere su questo alimento antico e 3 ricette gustose.

Se dovessi stilare una classifica dei cibi più sottovalutati al mondo, al primo posto metterei senza dubbio i Legumi.

Ma vediamo insieme…

Cosa sono e Cosa contengono?

Legumi sono i semi delle piante appartenenti alla famiglia delle leguminose, contenuti, quasi sempre, all’interno di baccelli divisi in due.

Da sempre legati inesorabilmente alla cucina contadina e povera per il loro costo contenuto, la loro facile reperibilità ma sopratutto per la loro possibilità di lunga conservazione dovuta all’essiccamento;

ricchi di proteine vegetali, sali minerali e vitamine, sono al contempo poveri di grassi, di calorie e con un importante potere saziante; 

sono queste le caratteristiche che li rendono un vero e proprio “super cibo”!

Tornati in auge con l’ avvento dell’ alimentazione Vegetariana prima e di quella Vegana poi,

specialmente se associati ai cereali,

consentono di avere un apporto di proteine simile (a volte maggiore) di quelle contenute nella carne e nei prodotti derivati di origine animali.

Quali sono i Legumi?

Tra i legumi più conosciuti abbiamo:

  • Fave
  • Ceci
  • Fagioli
  • Lenticchie
  • Piselli 

Ma vediamone uno ad uno…

Fave: 

Sono uno dei Legumi che si possono mangiare crudi, consumate principalmente in primavera, accostate ad un buon pecorino, costituiscono una parte importante dei pic nick del 1 maggio e non solo.

 Si possono anche cuocere fresche ad esempio nella scafata piatto tipico della mia amata Umbria, o nella versione secca anche queste cotte, ma prima vanno ovviamente bollite, ne ricordo una versione che cucinava spesso mia Nonna e cioè le Fave cotte nella Pignatta.

 La Pignatta è un recipiente dalla forma a giara, con uno o due manici ai lati, fatto di terracotta, smaltato internamente e nella parte esterna solo superiore adatto alle cotture lunghe. 

La nonna  metteva le Fave nell’ acqua il giorno prima, la mattina successiva le travasava nella pignatta, e le metteva a cuocere sul fuoco, o meglio vicino, contornata cioè dai carboni, fino a l’ora di pranzo e questa cottura lunga e a bassa temperatura  faceva si che le fave si cuocessero alla perfezione, sia internamente che esternamente nella parte della buccia.

 Una volta raggiunta la cottura le scolava, le condiva con sale, olio e cipolla fresca e poi le adagiava su delle fette di pane tostate, anche queste sul fuoco, e cosparse di olio extra vergine di oliva (chiaramente quello buono dei suoi piantoni) e aglio appena strusciato. Pagherei per poter risentire quel sapore ma ai giorni d’oggi sarebbe quasi impossibile.

Ceci:

I ceci sono di colore beige chiaro e dalla forma tondeggiante è sicuramente uno dei legumi piu diffusi al mondo; sodi e farinosi si prestano molto bene per fare delle minestre e delle creme; usati tantissimo anche sotto forma di farina nella famosa Farinata Ligure,

sono un alimento super versatile che si prestano per fare dei piatti unici come la crema qui sotto, o come accompagnamento nella famosa pasta e ceci o come base ad alcuni pesci tipo il baccala, il polpo ecc…

Fagioli:

Provenienti dalle civiltà azteche ce ne sono un infinita di varietà, dal fagiolo bianco di spagna al borlotto, dal cannellino al famoso fagiolo all’ occhio…menzionarli tutti sarebbe impossibile! 

Ogni tipo è ovviamente adatto per una cottura diversa e differenziano tra loro anche per il sapore e la consistenza…qui sotto possiamo vederne una versione che io adoro…cioè I fagioli all’uccelletto fatti con tanta salvia, aglio e passata di pomodoro.

Lenticchie:

La lenticchia è senz’altro il legume con il più alto quantitativo di proteine, spesso viene usato come alternativa alla cane per preparare degli hamburger vegetali e, se le si cuoce in determinati modo il sapore si avvicina molto a quello di un buon brasato.

Usata tantissimo nelle zuppe è uno dei miei legumi preferiti.

Qui sotto sono nella versione in umido al pomodoro con soffritto di carota e cipolla rossa, cotte in padella con del basilico fresco.


Piselli:Classico dei classici chi non ha mai mangiato un piatto di piselli con le seppie?!I più dolci tra i legumi sono senza dubbio loro, delicati e profumati sono ampiamente usati nella nostra cucina.
Una cosa che si associa nella cottura dei legumi e che si sposa molto bene sono le erbe aromatiche che puoi trovare nel mio articolo precedente.Iniziare ad inserire i Legumi all’interno della nostra dieta sarebbe senz’altro una scelta di salute e anche di gusto; 
bisogna solo usare un pò di fantasia e di buona volontà, cercando di incastrare praticità con il tempo ridotto che abbiamo oramai tutti per cucinare;
E come sempre date sfogo alla fantasia e provate, potreste sorprendervi di voi stessi!

 Sformatini di cavolo romano con crema di pecorino.

Pz per 4 persone.

400g di cavolo romano

1 uovo

3 cucchiai di parmigiano reggiano

50 ml di latte

100 grammi di pecorino grattato

Sale q.b

Pepe q.b

Burro per imburrare i pirottini

Pan grattato q.b

Olio q.b

1 spicchio di aglio

Esecuzione:

Pulire e lessare il cavolo romano, scolatelo e ripassatelo in padella con olio e aglio, dopo frullatelo con un frullatore a immersione una volta che sarà come una crema aggiungere l’uovo, il parmigiano il sale il pepe.

Imburrate quattro pirottini (quelli di alluminio da muffin) e cospargete di pan grattato facendolo aderire bene su tutte le superficie; mettete il composto di cavoli all’interno fino ad 1 cm dall’orlo infornare a 200 gradi per 15/20 min.

Preparate intanto la salsa al pecorino scaldando 50ml di latte e versando il pecorino grattato a pioggia mescolando finche non diventa una salsa.

Sfornare il tortino capovolgendolo sul piatto e mettendoci  due cucchiaiate di salsa al pecorino.Una grattata di pepe e…buon appetito!

QUALE è IL DOLCE SIMBOLO DEL NATALE? IL PAN DI ZENZERO OVVIAMENTE

 Il Natale è o non è il periodo più magico dell’anno?!

Non solo per tutta la tradizione legata a Babbo Natale e ai regali che porta con se…ma da e sopratutto gli innumerevoli piatti salati e dolci che si preparano per questa ricorrenza.

Potrei fare l’elenco di decine e decine di specialità che in ogni regione del nostro paese si preparano

ma oggi vorrei porre l’attenzione su quello che forse nel mondo è il biscotto per eccellenza e cioè:

il  PAN DI ZENZERO

pare che la loro origine risalga alla metà del 500 quando la Regina Elisabetta I li fece preparare per una cena di Natale come benvenuto per tutti i suoi illustri commensali

da li ebbe un grosso successo tanto da diffondersi in tante altre nazioni del mondo.

tradizionalmente fatto a forma di omino (da qui il nome GINGERMAN BREAD) si narrava che se veniva regalato avesse il potere di far innamorare perdutamente la persona che lo riceveva in dono.

so benissimo che non è un “nostro” dolce ma, per le sue sfumature di profumo e sapore, credo sia il dolce perfetto per entrare nella giusta atmosfera!

io amo pero farlo con forme diverse

Facili e divertenti da eseguire, questi biscotti possono essere usati anche come “gioco” da fare insieme ai bambini e, perché no, possono essere messi a decorare l’albero assieme alle palline.

quini…tiriamo su le maniche ed iniziamo ad impastare!

RICETTA:

1 UOVO

350 GR DI FARINA 00

110 GR DI BURRO

160 GR DI ZUCCHERO

50 GR DI MIELE

5 GR DI ZENZERO IN POLVERE

5 GR DI CANNELLA IN POLVERE

1 PIZZICO DI NOCE MOSCATA

1 PIZZICO DI SALE

1/4 DI CUCCHIAINO DI BICARBONATO

UTENSILI:

UNA SPIANATOIA

UNA O PIÙ FORMINE DA BISCOTTI (A PIACERE)

UN MATTARELLO

PROCEDIMENTO: 

Mettere in un cutter (piccolo tritatutto) lo zucchero, il miele, le spezie e il burro frullare finché non si forma un impasto ambrato e sabbioso.

fai un panetto e mettilo a riposare in frigo per mezz’ora

trascorso il tempo tiralo fuori e dividendolo in due spiana con l’aiuto del mattarello l ‘impasto a forma circolare di uno spessore di circa 0,5 cm

ora divertiti con le formine a fare tanti biscotti fin tanto non avrai finito tutto l impasto

metti su una placca da forno 

e fai cuocere per circa 7/8 min a 180°

fai freddare usali come più ti piace…come decorazione o mettili in dei piccoli sacchettini trasparenti da decorare con un bel fiocco rosso per poter poi regalare a chi vuoi tu…

e quindi…BUON NATALE!

xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxIs Christmas or isn’t it the most magical time of the year?! Not only for all the tradition linked to Santa Claus and the gifts he brings with him… but above all for the countless savory and sweet dishes that are prepared for this event. I could make a list of dozens and dozens of specialties that are prepared in every region of our country but today I would like to focus attention on what is perhaps the biscuit par excellence in the world and that is: the GINGERBREAD it seems that their origin dates back to the mid-1500s when Queen Elizabeth I had them prepared for a Christmas dinner as a welcome for all her illustrious guests from there it was so successful that it spread to many other countries around the world. traditionally made in the shape of a little man (hence the name GINGERMAN BREAD) it was said that if it was given as a gift it had the power to make the person receiving it as a gift fall in love with it. I know very well that it’s not “our” dessert but, due to its nuances of aroma and flavor, I think it’s the perfect dessert to get in the right mood! but I love to do it with different shapes Easy and fun to make, these biscuits can also be used as a “game” to play with the children and, why not, they can be used to decorate the tree together with the balls. here… let’s roll up our sleeves and start kneading! RECIPE: 1 EGG 350 GR OF FLOUR 00 110 GR OF BUTTER 160 GR OF SUGAR 50 GR OF HONEY 5 GR OF GINGER POWDER 5 GR OF CINNAMON POWDER 1 PINCH OF NUTMEG 1 PINCH OF SALT 1/4 TSP BICARBONATE TOOLS: A BOARD ONE OR MORE COOKIE FORMS (YOU PLEASE) A ROLLING PIN METHOD: Put the sugar, honey, spices and butter in a cutter (small chopper) and blend until an amber and sandy mixture is formed. make a fountain on the work surface and put the freshly blended dough in the center and add the egg knead gently to mix all the ingredients make a loaf and put it to rest in the fridge for half an hour after the time, take it out and dividing it in two, roll out the dough in a circular shape with a thickness of about 0.5 cm with the help of a rolling pin now have fun with the molds making lots of cookies until you finish all the dough put on a baking sheet and cook for about 7/8 min at 180° let them cool, use them as you like … as a decoration or put them in small transparent bags to decorate with a nice red bow to be able to give to whoever you want … and then … MERRY CHRISTMAS!

IL POMODORO E LA TRADIZIONALE PASSATA FATTA IN CASA.

E’ piu che risaputo che il pomodoro è, per noi Italiani, l’alimento su cui si basa tutta la nostra cultura culinaria. E’ la base di quasi tutti i piatti simbolo e patrimonio del nostro paese nel mondo, basti pensare alla pizza, alla pasta e al classico pane e pomodoro.

Il suo nome  deriva da da Pomo-D’oro, nome datogli dal padre italiano della botanica Pietro Andre Mattioli; d’oro perché inizialmente era di colore giallo ma in seguito alle selezioni varietali divenne, come lo conosciamo oggi, di un bel rosso intenso.

Possiamo dire che è l’ortaggio più conosciuto e diffuso, ce ne sono di  moltissime varietà ad esempio:  Datterino, San Marzano, Costoluto, Cuore di bue ecc…e sono tutte caratterizzate dalla presenza di una sostanza chiamata Licopene che, specialmente quando cotto, risulta essere un potente anti ossidante, fortemente anti tumorale e anti invecchiamento.

Possiamo senz’altro dire che i Pomodori sono stati alla base della dieta e dell’alimentazione delle famiglie specialmente di quelle contadine, in effetti per la sua semplice coltivazione basta solo un pò di acqua e tanto sole.

 Per questo nei mesi di Luglio e Agosto c’è la maggior produzione di questo prezioso “frutto della terra”, ed è proprio in questi mesi che, nelle case si organizzava una giornata dove veniva fatta la Conserva in modo tale da poter  utilizzare il Pomodoro tutto l’anno.

Si iniziava il mattino molto presto, mi ricordo che mio Nonno disponeva  una grossa conca piena d’acqua dove metteva a lavare tantissimi pomodori rossi e maturi. Tutti noi ci sedevamo in circolo intorno ad essa e, ciascuno armato del proprio coltellino, prendeva i pomodori, li tagliava a meta, ne strizzavamo i semi e li metteva a scolare in degli scolapasta in modo tale che perdessero tutti i liquidi in eccesso.

La fase successiva consisteva nel mettere i pomodori ben pressati all’interno di barattoli di vetro. In fine chiusi ermeticamente, i barattoli, venivano fatti bollire all’interno di un grande barile riempito d acqua separati da stracci in modo tale che nel movimento causato dall’ebollizione dell’acqua il vetro non si rompesse.

Tutto questo processo richiedeva tutto il giorno, era una vera e proprio tradizione di famiglia dove tutti cooperavano per rendere questo lavoro meno pesante di quello che in realtà fosse, era un modo anche per ritrovarsi e raccontarsi storie sul tempo che passava e per tramandare inconsapevolmente, alle nuove generazione, l’amore per il cibo, la condivisione ed il senso di famiglia.

Nel mezzo di tutto questo fare laborioso, c era una cosa che ricordo con molto piacere cioè il pranzo che consisteva in dei buonissimi spaghetti fatti ovviamente con il pomodoro fresco, il basilico ed il parmigiano. Ricordo che avevano un sapore incredibile, erano un piatto cosi semplice ma che, come tutte le cose semplici, sono sempre le migliori e le più buone.

Ma vi starete chiedendo e dove lo trovo oggi come oggi il tempo per poter fare tutto questo? Mi rendo conto che potrebbe essere abbastanza complicato…Ma Se vi dicessi che la maggior parte dei pomodori in scatola e vaso che potete trovare in commercio sono di origine cinese?!

E spacciati tranquillamente per italiani! Non vale forse la pena “sacrificare” una piccola parte del nostro tempo per mangiare qualcosa di realmente genuino? Dopotutto è sempre il consumatore che sceglie…o no?

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It is more than well known that tomatoes are, for us Italians, the food on which our entire culinary culture is based. It is the basis of almost all the symbolic and heritage dishes of our country in the world, just think of pizza, pasta and the classic bread and tomato.

Its name derives from da Pomo-D’oro, the name given to it by the Italian father of botany Pietro Andre Mattioli; golden because it was initially yellow in color but following the varietal selections it became, as we know it today, a beautiful intense red.

We can say that it is the best known and most widespread vegetable, there are many varieties for example: Datterino, San Marzano, Costoluto, Cuore di bue etc … and they are all characterized by the presence of a substance called Lycopene which, especially when cooked, it turns out to be a powerful anti oxidant, strongly anti tumor and anti aging.

We can certainly say that Tomatoes have been the basis of the diet and nutrition of families, especially peasant ones, in fact for its simple cultivation it only takes a little water and lots of sun.

 For this reason, in the months of July and August there is the greatest production of this precious “fruit of the earth”, and it is precisely in these months that a day was organized in the houses where the Conserva was made in order to use the Tomato. all the year.

It started very early in the morning, I remember that my grandfather had a large basin full of water where he washed lots of red and ripe tomatoes. We all sat in a circle around it and, each armed with his own knife, took the tomatoes, cut them in half, squeezed the seeds and put them to drain in colanders so that they lost all excess liquids.

The next phase consisted in putting the well-pressed tomatoes inside glass jars. Finally hermetically sealed, the jars were boiled inside a large barrel filled with water separated by rags so that in the movement caused by the boiling of the water the glass would not break.

All this process took all day, it was a real family tradition where everyone cooperated to make this work less heavy than it actually was, it was also a way to meet and tell stories about the time that passed and to hand down unconsciously, to the new generations, the love for food, sharing and a sense of family.

In the midst of all this laborious doing, there was one thing that I remember with great pleasure that is the lunch which consisted of delicious spaghetti obviously made with fresh tomato, basil and parmesan. I remember that they had an incredible taste, they were such a simple dish but that, like all simple things, they are always the best and the tastiest.

But you are wondering and where do I find the time to do all this today? I realize that it could be quite complicated… But what if I told you that most of the canned and pot tomatoes that you can find on the market are of Chinese origin ?!

And easily pass yourself off as Italians! Isn’t it worthwhile to “sacrifice” a small part of our time to eat something really genuine? After all, it is always the consumer who chooses… or not?